CAPITOLO 3

Corso di Introduzione alla Immunologia Suina.

LE ALTRE CELLULE


Nella risposta immunitaria, oltre ai linfociti T e B, intervengono altre cellule denominate: cellule accessorie. Queste cellule hanno una gran varietà di funzioni  e giocano un ruolo molto importante nella presentazione ed eliminazione degli antigeni. Le cellule accessorie, derivano dalla linea mieloide ed intervengono sia nella risposta immunitaria naturale o innata sia in quella acquisita

All'interno di questo gruppo di cellule, si trovano: 

Monociti-macrofagi
I MACROFAGI
I GRANULOCITI
  • Neutrofili
  • Basofili
  • Eosinofili
CELLULE DENDRITICHE

Granulociti

Cellule dendritiche.

RUOLO DELLE CELLULE FAGOCITICHE.


All'interno delle cellule fagocitiche
si possono differenziare due gruppi di cellule:

  1. I monociti-macrofagi, che possono fagocitare ripetutamente e che, insieme alle cellule dendritiche ed ai linfociti, formano parte del gruppo esclusivo di cellule presentatrici di antigeni (CPAg).  

  2. I granulociti: neutrofili, basofili e eosinofili sono cellule fagocitiche rapide, ma non in modo ripetitivo. Non presentano antigeni. (non esprimono SLA II)


Superficie di un macrofago

Fotografia della superficie di un macrofago, ottenuta mediante microscopia elettronica a scansione.

I monociti-macrofagi. Sono cellule di grandi dimensioni, di circa 15 mm di diametro, con un grande citoplasma e un unico nucleo, il quale può essere: rotondo, reniforme o lobulato. Nel citoplasma si può osservare un apparato di Golgi molto sviluppato, il reticolo endoplasmatico rugoso, mitocondri ed una  grande quantità di lisosomi, molto ricchi di enzimi idrolitici, proteasi e lipasi; questo indica la loro grande capacità di sintetizzare e secernere proteine

Provengono della linea mieloide, differenziandosi, prima come promonociti, nel midollo osseo, trasformarsi nel sangue periferico, in monociti, e per ultimo in  macrofagi, in diversi organi.

CELLULE PRESENTATRICI DI ANTIGENI:

FAGOCITICHE:
  • Monociti.
  • Macrofagi.
  • Cellule dendritiche.
NON FAGOCITICHE:
  • Linfociti B

Schema della struttura di un macrofago

Schema della struttura di un macrofago.

I monociti-macrofagi sono insieme alle cellule dendritiche ed ai linfociti B, le uniche cellule suine che esprimono sulla loro superficie gli antigeni di istocompatibilità SLA II e quindi, le uniche cellule capaci di presentare antigeni ai linfociti T-helper CD4 +. Questo gruppo cellulare, si conosce con il nome di: Cellule Presentatrici di Antigeni (CPAg) o (APC) dall'inglese "Antigen Presenting Cells".


Per differenziare e studiare i monociti-macrofagi si utilizzano, anche attualmente, gli anticorpi monoclonali. In occasione dell'ultimo simposium di differenziazione di cellule del sistema immunitario suino, tenutosi nel 1998, sono stati presentati tre anticorpi monoclonali per studiare macrofagi suini, questi anticorpi sono stati denominati SWC dall'inglese Swine Workshop Cluster più un numero. Attualmente si utilizzano i: SWC1 e SWC9 che differenziano fondamentalmente monociti e macrofagi e il SWC3 che reagisce sia con monociti, sia con macrofagi differenziati, sia con granulociti.

ANTICORPI MONOCLONALI PER LO STUDIO DI MACROFAGI E GRANULOCITI.

SWC1

SWC9  

SWC3

Recentemente, e grazie a questi marcatori, è stato possibile determinare che il monocita è SCW1+ SWC9- mentre che trasformatosi in macrofago diventa: SWC1- SWC9+. Gli studi sui monociti nel sangue periferico si possono realizzare mediante citometria di flusso, mentre per lo studio nei tessuti si utilizzano le tecniche di immunoistochimica (come si studiano le cellule?).

I MACROFAGI SI TROVANO IN UN GRAN NUMERO DI ORGANI.
 
Fegato: Cellule di Kuffer
Tessuto osseo: Osteoclasti
Tessuto nervoso: Cellule della microglia
Pelle: Cellule di Langerhans
Milza: Cellule dendritiche
Sistema linfatico: Monociti, Macrofagi, c. dendritiche
Polmone: Macrofagi alveolari
Tessuto connettivo: Istiociti

I macrofagi presentano, oltre ad una  diversa morfologia dipendente dall'organo dove si localizza, una diversa attività, a seconda del loro grado di maturazione, attivazione e localizzazione.  

 

 Citometria di flusso

Le cellule in sospensione, alle quali si aggiungono i diversi  AcM passano attraverso un tubo molto fine in un unica fila di cellule, e sono lette dal laser e dal fascio di luce; il primo identifica gli anticorpi marcati ed il secondo, la misura delle cellule. 

Tra queste attività possiamo sottolineare: 

La FAGOCITICA. (attività antimicrobica e antitumorale) Come PRESENTRICE DI ANTIGENI. Stimolazione di linfociti SINTETIZZATRICE di un gran numero di LINFOCHINE.

I macrofagi, fagocitano e lisano microorganismi e cellule infettate e/o tumorali, sia in modo diretto (immunità naturale o innata) sia attraverso i loro ricettori Fc per le immunoglobuline, sia tramite i ricettori per il complemento. Come cellule presentatrici, partecipano all'induzione dell'immunità acquisita catturando e processando gli antigeni per, posteriormente associati al SLA II, presentarli al linfocita T (CD 4). Per ultimo, i macrofagi sintetizzano un gran numero di linfochine: Interleuchine: 1, 2, 6, 12, interferone a e b e fattore alfa di necrosi cellulare (TNF-a) (Capitolo 6) oltre ai componenti del complemento: C2, C3, C4 e C5. ed a diversi enzimi. (Capitolo 7). 


Le cellule dendritiche
sono anch'esse cellule presentatrici di antigeni (CPAg) e quindi dispongono della capacità di captare antigeni in modo naturale. Le cellule dendritiche, come i monociti-macrofagi, si localizzano nei tessuti di captazione (pelle e mucose) ed in quelli di presentazione (gangli e milza). La zona in cui presentano maggiormente la loro attività è la pelle, dove il loro compito è quello di catturare gli antigeni che entrano da tale via e di portarli al ganglio più vicino per la loro presentazione ai linfociti T CD4+.

 
RECETTORI DEI MACROFAGI
Recettore per anticorpi 
Recettori per diversi componenti del complemento
Recettori per linfochine
Recettore di trasporto: Transferrina

Granulociti

I granulociti. Si conoscono con questo nome l'insieme di cellule che presentano un gran numero di granuli nel loro citoplasma ed anche, diverse forme e diversi comportamenti con i coloranti istologici. 

I granulociti si trovano nel sangue e passano ai tessuti soltanto quando sono attratti dall'attivazione di macrofagi o dal complemento con conseguente liberazione di    agenti chemiotattici. Questo fenomeno, è conosciuto come diapedesi.

Il granulocitapiù abbondante ed importante nel suino è il Neutrofilo o polimorfonucleato, denominato così, perché non incorpora coloranti istologici, né acidi né basici,(neutrofilo) ma un nucleo  multilobulare (polimorfonucleato). Partendo dal midollo osseo passa al torrente circolatorio e da lì all'interno dei tessuti; ha una vita media bassa, pochi giorni. Il compito fondamentale di queste cellule è quello di catturare e distruggere sostanze estranee mediante il meccanismo della fagocitosi.   

Il Neutrofilo ha una capacità di attivazione molto rapida, che può essere maggiore in presenza di interferone g; tuttavia, la sua capacità di tornare a fagocitare è molto limitata. E' una prima ed importante linea di battaglia, ma di breve durata. 

Schema del Neutrofilo

Schema del Neutrofilo o Polimorfonucleato 

Nel processo della fagocitosi, nonostante sia un processo continuo, si possono differenziare quattro tappe diverse. Queste tappe sono:

  • Chemiotassi o attrazione.
  • Aderenza ed opsonizzazione.
  • Ingestione e vacuolizzazione.
  • Digestione o distruzione.

 

Macrofagi che fagocitano due cellule di Candida albicans
(994 Kb) © James A. Sullivan, Cells Alive!

Fagocitosi

L'attivazione della fagocitosi si realizza attraverso sostanze chemiotattili (chemiotassi)  in seguito all'attivarsi del complemento per la liberazione di fattori  di placca o di altre sostanze. Quando il macrofago si trova con una particella estranea, si unisce ad essa mediante la neutralizzazione delle cariche negative (entrambe si respingono). Questo fenomeno viene aiutato se la particella estranea è unita alle immunoglobuline o al frammento C3b del complemento (Aderenza). L'ingestione si realizza attraverso pseudopodi che inglobano la particella e la incorporano al citoplasma nel fagosoma (Ingestione). Per ultimo, la particella è distrutta dall'attivazione ossidasica degli enzimi lisosomici  (Distruzione).

Il secondo gruppo di granulociti per importanza,  è costituito dagli Eosinofili, così denominati perché incorporano coloranti istologici acidi, come la eosina. L'eosinofilo, passa dal midollo osseo (quasi immaturo) alla milza dove matura, per passare posteriormente, al torrente circolatorio ed ai tessuti. Il suo tempo di vita è molto breve, meno di un'ora. La sua missione fondamentale è anche fagocitica, anche se i suoi granuli non contengono lisozima, ma contengono invece grandi quantità di fosfatasi acida e di perossidasi. Intervengono molto efficacemente nelle parasitosi. 

In definitiva, i granulociti, anche se non reagiscono in modo specifico agli antigeni, (il riconoscimento degli antigeni è legato alle reazioni innate, dovute in genere ai recettori del proprio patogeno o all'attivazione del complemento) giocano un ruolo molto importante nei processi di fagocitosi ed in quelli infiammatori. In questi ultimi, soprattutto se di carattere acuto.  

I loro recettori di membrana permettono di fagocitare le particelle opsonizzate e, grazie al loro recettore per la frazione Fc delle immunoglobuline, di agire come cellule effettrici nei processi di citotossicità cellulare dipendente da anticorpi (ADCC)

RECETTORI DI MEMBRANA DEI GRANULOCITI
  • Recettori Fc
  • Recettori per diversi fattori del complemento (C3b, C3bi).


Infine, i granulociti meno abbondanti sono i basofili (denominati in questo modo perché incorporano coloranti basici, come la ematossilina) L'attività di queste cellule è legata alla liberazione di ammine vasoattive, come: l'istamina e la serotonina, intervenendo nell'infiammazione di carattere acuto, e fungendo da campanello di allarme per il sistema immunitario. 

 

CAPITOLO 3