|
CARATTERISTICHE
DEI LINFOCITI SUINI
|
|
||||||||||
DIFFERENZA TRA IL PROPRIO, SPECIFICITA' E MEMORIA. |
||||||||||
Dal punto di vista morfologico,
con la microscopia
ordinaria, non si rilevano differenze tra i
linfociti T e linfociti B. Tutte due i linfociti sono
cellule la cui misura varia tra i 7 e 9 micron, presentano un nucleo voluminoso
e scarso citoplasma. Nella microscopia
elettronica a scansione si evidenziano alcune notevoli differenze.
I linfociti T presentano una superficie morbida e piatta,
mentre i linfociti B hanno una superficie con molteplici
proiezioni, che corrispondono alle immunoglobuline di
superficie. |
|
|||||||||
Immagine
di linfociti T e B ottenuta attraverso microscopia elettronica a
scansione |
||||||||||
Osservazione di un linfocita colorato con Giemsa, osservato attraverso microscopia ordinaria |
Negli ultimi decenni, sono stati delineati molti marcatori di superficie per differenziare le diverse popolazioni di linfociti, anche se è stato lo sviluppo degli anticorpi monoclonali (AcM), prodotti a partire dalle diverse cellule linfocitarie suine, che hanno permesso di differenziare le diverse popolazioni e raggrupparle secondo i suoi antigeni di membrana e le sue funzioni. |
|||||||||
Gli
AcM
hanno permesso di definire una terza popolazione linfocitaria,
denominata, fino a poco tempo fa cellule nulle,
per la assenza di marcatori tradizionali dei linfociti T o B
(formazione di una struttura a rosetta con gli eritrociti di montone e immunoglobuline
di superficie, rispettivamente). Queste cellule nulle, che
nel suino possono rappresentare tra il 9 ad il 19% dei linfociti circolanti, sono
in realtà una sottopopolazione di linfociti T (linfociti T g-d)
|
||||||||||
|
|
|||||||||
con eritrociti di montone. |
||||||||||
I linfociti
B di
suino sono prodotti nel midollo osseo in un numero approssimativo
tra i duecento ed i quattrocento milioni al giorno, il che dimostra
l'enorme capacità di risposta del sistema immunitario.
Ricordate che un linfocita B produce un anticorpo
specifico (1 cellula = 1 tipo di anticorpo). Nel sangue
periferico, i linfociti B del suino si suppone siano tra l'8 ed il
18% dei linfociti totali. La membrana dei linfociti B è formata
da un gran numero di molecole, molte delle quali sono state studiate
grazie agli AcM. Tra queste è importante segnalare quelle conosciute
come complesso BcR (B Cell
Receptor) o recettori delle cellule B.
|
|
|||||||||
Il BcR è formato da diverse catene. Alcune variabili (sono immunoglobuline), nelle quali ogni linfocita B presenta delle variazioni a seconda del tipo di immunoglobuline (IgM e IgG fondamentalmente) o (IgA e IgE) o a seconda del tipo di antigene. Le altre due catene sono fisse (formate da due catene a e b), e comuni a tutti i linfociti B. La funzione delle catene variabili, che in realtà sono immunoglobuline è di reagire con l'antigene specifico, invece quella delle catene fisse servono a trasmettere il segnale all'interno della cellula per l'inizio della produzione di anticorpi. |
||||||||||
![]()
|
I linfociti B, sono quindi caratterizzati dalla presenza di immunoglobuline nella loro superficie, fondamentalmente del tipo IgM e IgG, permettono loro di reagire con l'antigene nella sua forma nativa (i linfociti T non possono reagire con l'antigene nella sua forma nativa) (Capitolo 3). La maggiore parte degli antigeni con cui reagiscono i linfociti B sono anche di natura proteica, ma possono reagire con polisaccaridi. L'inizio della reazione con l'antigene è sempre rivolta contro le immunoglobuline di membrana (segnale BcR), ma la produzione di anticorpi necessita della collaborazione dei linfociti CD 4+ nella maggiore parte dei casi.. (capitolo 3). Gli antigeni che necessitano di quella cooperazione con CD 4 vengono denominati: Antigeni T dipendenti (sono la maggioranza). Altri antigeni come certi lipopolisacaridi o polisaccaridi batterici, non hanno bisogno di linfociti T per la stimolazione e produzione di anticorpi. Questi antigeni sono denominati: Antigeni T indipendenti. |
|||||||||
|
||||||||||
|
||||||||||
Un linfocita B stimolato, tanto da antigene T dipendenti come da T indipendenti, si trasforma in un clone di cellule plasmatiche che produrranno e segregheranno anticorpi in gran quantità. Questi Ac sono specifici conto l'epitopo che induce la risposta immunitaria. Questa risposta immunitaria, mediata soltanto da anticorpi, viene denominata: risposta umorale. Il linfocita B stimolato o cellula plasmatica presenta una morfologia diversa da quella originaria del linfocita B (nucleo grande e piccolo citoplasma) e maggiormente tipica di una “cellula – riproduttrice” con un nucleo piccolo ed un grande citoplasma. Queste cellule sono localizzate fondamentalmente nei gangli linfatici, polpa rossa della milza, midollo osseo e mucose intestinali e respiratorie. “In vivo” la sua vita media è molto corta (da 2 a 3 giorni), “in vitro” anche meno, arrivando a sopravivere soltanto alcune ore. |
|
|||||||||
Schema della stimolazione di un linfocita B, trasformazione in cellule plasmatiche e la produzione di anticorpi. |
||||||||||
![]() |
I linfociti T di suino si producono nel timo ed in minor proporzione nelle zone T dipendenti dagli organi linfatici secondari. A differenza dei linfociti B, non presentano immunoglobuline sulla loro superficie, però formano una struttura a rosetta con gli eritrociti di montone. I linfociti T hanno un ruolo fondamentale nella risposta immunitaria. Da un lato i meccanismi di presentazione d'antigeni ai linfociti B per la produzione d'anticorpi e dall'altra parte, come responsabili della immunità cellulare (risposta immunitaria mediata da cellule e non da anticorpi). |
|||||||||
Schema della formazione di rosette nei linfociti T di suino con eritrociti di montone. |
||||||||||
Nella membrana dei linfociti T, anche del SLA, si possono differenziare due tipi diversi di ricettori specifici per gli antigeni, denominati TcR dalle parole inglesi “T cell receptor”. Questi ricettori sono: |
||||||||||
Recettori
a-b
(TcR a-b).
Rappresentano tra il 40 al 60% dei linfociti del sangue periferico.
I LINFOCITI T a b |
||||||||||
Schema del complesso TcR dei linfociti T suini. Formato da le loro catene pesanti e leggere, composte da una parte variabile, che reagisce con l'antigene, ed una parte constante |
![]() |
|||||||||
|
||||||||||
Grazie a questi marcatori, è stato possibile stabilire che il suino presenta alcune differenze con altre specie animali e con l'uomo. Nel suino si osserva una popolazione di linfociti, positivi in doppio a CD4+ e CD8+ (CD4+CD8+) che aumentano in proporzione con l'età del animale. Quando l'animale ha una settimana di vita, la percentuale di CD4+CD8+ rappresenta meno del 2% dei linfociti e ai 3 anni d'età la percentuale oscilla attorno al 30%. La funzione di questi linfociti, positivi in doppio, si credeva inizialmente legata alle cellule-memoria. Negli ultimi tempi è stata relazionata con la attività cooperativa dei linfociti T nelle infezioni primarie. Sembrerebbe che esistano due popolazioni di cellule cooperative, le CD4+CD8- e le CD4+CD8+. Tute e due le popolazioni agiscono nella cooperazione cellulare nella risposta primaria, al meno “in vitro”, mentre nella risposta secondaria sembrano agire soltanto le CD4+CD8+. D'altra parte, si sa che queste popolazioni cellulari positive, oltre ad aumentare l'età, si localizzano in proporzioni importanti nelle tonsille (50%) e nei gangli (30%) dell'animale adulto. Per quanto riguarda i linfociti citotossici, si possono differenziare due sottopopolazioni di CD4-CD8+ in virtù dell'espressione del CD 6. Così, i linfociti che esprimono l'antigene CD 6- sono relazionati con la citotossicità spontanea mentre i CD 6+ SLA I, si relazionano con la citotossicità di cellule infette da virus. |
|
|||||||||
Infine, un'altra peculiarità dei linfociti T suini, è l'espressione del
SLA II nella membrana. A differenza dell'uomo o del topo,
i cui linfociti T non attivati, non presentano l'antigene di
istocompatibilità di classe II. |