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Corso di Introduzione alla immunologia Suina

QUALI APPLICAZIONI PRATICHE HANNO I SIEROPROFILI?

Gli studi sierologici, negli allevamenti suini, sono utilizzati fondamentalmente per: 

  • Prevenire l'ingresso di malattie tramite gli animali da rimonta.

  • Scegliere il momento più adeguato per la vaccinazione in allevamento. 

  • Controllare i programmi di vaccinazione e conoscere lo stato sanitario dell'allevamento.

Prevenire l'ingresso di malattie.

 

Prevenire l'ingresso di malattie in allevamento è uno dei temi che può essere risolto dalla sierologia. Una delle principali vie di accesso di malattie in un allevamento è l'ingresso di animali da rimonta senza quarantena e senza analisi sierologiche. Il primo passo per evitare infezioni in un allevamento è quello di non introdurre animali malati e/o portatori. Studiare il siero di un animale prima di introdurlo insieme agli altri animali potrà evitare il contagio in allevamento e prevenire così perdite economiche importanti. E' consigliabile la conoscenza sierologica dell'allevamento d'origine e la realizzazione di un periodo di quarantena tra le 4 e 8 settimane, a seconda della malattia che vogliamo controllare. Conviene ricordare che ogni malattia infettiva ha un periodo di incubazione ed un'altro di eliminazione che varia considerevolmente. 

 

PRINCIPALI APPLICAZIONI DEI SIEROPROFILI 
  • Prevenire l'ingresso di malattie.

  • Scegliere il momento adatto per la vaccinazione.

  • Controllare i programmi di vaccinazione.

  • Conoscenza dello stato sanitario. 

  • Sorveglianza sierologica di aree.

  • Indici di protezione.

Una sola determinazione, il giorno di arrivo degli animali, non è sufficiente per conoscere lo stato sanitario dell'animale, potrebbero essere in un periodo di incubazione o nella fase iniziale dell'infezione e i risultati sarebbero negativi. Per questo è importante realizzare una buona quarantena, dando il tempo necessario a qualsiasi malattia di esprimersi clinicamente e/o sierologicamente. Gli studi sulla presenza o meno di anticorpi, contro le diverse malattie durante la quarantena, ci permetterà di conoscere lo stato sanitario dell'animale prima di introdurlo in allevamento.

 

Quarantena

Il tempo di quarantena ideale dipende dall'agente infettivo, dal suo periodo di incubazione e dalla sua capacità di espressione.  In genere, da 4 a 8 settimane è il tempo consigliato per le malattie suine.

Momento ideale per la vaccinazione

Scegliere il momento adatto per la vaccinazione.

 

La scelta del momento adatto per la vaccinazione è un'altra delle applicazioni più interessanti che offre la valutazione sierologica di un allevamento.

 

Determinare il momento più adatto per realizzare la vaccinazione dei suinetti, è un'altro degli studi che le determinazioni sierologiche possono risolvere. Uno degli obiettivi di questo studio è trovare la finestra immunologica, dove l'animale non è più protetto dagli anticorpi materni ed il tempo nel quale inizia a produrre i propri anticorpi. Se vacciniamo, quando esistono molti anticorpi materni, rischiamo che il vaccino possa essere ostacolato e non serva a creare una adeguata immunizzazione; al contrario, se aspettiamo troppo, possiamo lasciare l'animale senza protezione, permettendo la comparsa della malattia. Quando è il momento?. E' fondamentale conoscere quando gli anticorpi materni presentano bassi livelli (non protetti) per anticipare la somministrazione del vaccino.   

 

Nel momento ideale per la vaccinazione (zona gialla) gli anticorpi materni non interferiscono con il vaccino, ma sono ancora protettivi (linea blu). Questa situazione permette lo sviluppo degli anticorpi vaccinali (linea verde), evitando l'infezione e la successiva comparsa degli anticorpi da infezione. 

Grafica modello dell'evoluzione degli anticorpi materni e la comparsa degli anticorpi di infezione (a partire dai 60 giorni) nella  E. A. Si può osservare la zona critica di infezione, generalmente, tra i 35 e 40 giorni.  

Controllare i programmi di vaccinazione.

Per realizzare questo studio sono stati prelevati sieri da diversi suinetti in diversi giorni dopo la nascita, dal giorno 0 fino al giorno 40. In questo modo si può conoscere lo stato immunitario dei suinetti e in quale momento presentano l'indice più basso di anticorpi. Si potrà così calcolare in modo adeguato il momento della vaccinazione. Un'altro modo per poter stabilire il sieroprofilo dei suinetti è quello di scegliere un numero di suinetti da diverse nidiate ed analizzare i loro anticorpi contro la malattia che si vuole studiare, per diversi giorni, dal giorno 0 al 40, ma in questo caso, sempre agli stessi animali.

Bisogna ricordare che i profili sierologici servono per conoscere la situazione sanitaria nelle condizioni produttive dello studio.  Se qualcuno di questi parametri cambiasse (diverso vaccino, età di vaccinazione, diversi animali, ecc), potrebbe cambiare anche il risultato dei profili, occorre realizzare gli studi sierologici ogni volta che si verifichino cambiamenti in allevamento. 

 

I vaccini sono strumenti importanti per evitare la diffusione delle malattie e mantenere stimolato il sistema immunitario. Ma devono esser utilizzati in modo adeguato per poter ottenere la maggiore efficacia. 

Conoscenza dello stato sanitario.

 

Un'altra delle applicazioni della sierologia è quella di conoscere la presenza o meno di malattie infettive e la loro evoluzione in un determinato allevamento. Conoscere lo stato sanitario del nostro allevamento deve essere uno dei principali obiettivi per incrementare la qualità e ridurre i  costi di produzione. Gli studi sierologici, insieme ai controlli al macello ed anche il monitoraggio con animali sentinella e successiva valutazione sierologica, sono ottimi strumenti di studio. Tuttavia, per realizzare questi studi di sorveglianza epidemiologica, bisogna ricordare che gli anticorpi impiegano un determinato tempo a comparire. Questo tempo oscilla tra 10 e 30 giorni, per questo la sierologia non è la tecnica più adeguata per stabilire una diagnosi precoce dell'infezione; può succedere, ad esempio, che tutti i campioni risultino negativi perché gli animali si trovano nel periodo di incubazione della malattia. 

 La sierologia è più utile per rilevare una situazione allo stato iniziale o cronica rispetto ad una situazione acuta. Per studiare la presenza di una determinata malattia in allevamento, si devono realizzare due determinazioni dello stesso animale con una differenza di circa 20 giorni, in tutti i casi, eccetto nella Malattia di Aujeszky, nella quale grazie ai vaccini gE negativi, che si utilizzano attualmente, si può differenziare l'animale malato o portatore dall'animale vaccinato, e quindi in una sola determinazione differenziare la situazione.  

 

 

Grazie all'utilizzo di vaccini gE negativi e metodi di ELISA indiretto di competizione per la valutazione di anticorpi anti  gE e gB, si può determinare, nella Malattia di Aujeszky,  mediante una sola determinazione, se un siero corrisponde ad un animale (1) vaccinato (ha solo anticorpi anti gB), (2) infetto (possiede anticorpi anti gB e anti gE), (3) negativo alla malattia e non vaccinato (non ha anticorpi né contro gE, né contro gB).

Negli altri casi, in mancanza di vaccini marcati per realizzare questo tipo di studi, si devono utilizzare determinazioni dello stesso animale, con intervalli di tre o quattro settimane, e valutare il titolo di anticorpi ottenuti per ogni determinazione. In questi studi non conta il risultato positivo o negativo, bisogna conoscere il titolo (quantità di anticorpi) ottenuto in ogni determinazione. In questo modo, potremo conoscere in totale sicurezza la situazione delle malattie infettive che possano colpire l'allevamento.  

Dopo avere ottenuto i risultati di entrambe le determinazioni può succedere.

  1. Che il titolo della prima determinazione sia superiore a quello della seconda.  In questo caso l'animale è in fase di recupero da una infezione passata (sempre che non sia stato vaccinato) sieronegativizzazione.

  2. Che il titolo della prima determinazione sia inferiore a quello della seconda. L'animale è nella fase acuta di una infezione dove il sistema immunitario risponde in modo adeguato. Sieroconversione.

  3. Che in entrambe le determinazioni si ottengano titoli simili. In questo caso di tratta di una risposta basale e, a seconda della malattia studiata, potrebbe trattarsi di un animale portatore. (stato basale)

in definitiva, con questo tipo di studi si può sapere se l'animale è all'inizio o alla fine della fase acuta di una determinata infezione, se è portatore della stessa o se si trova nel periodo di recupero.

Sieronegativizzazione

SIERONEGATIVIZZAZIONE

Sieroconversione

SIEROCONVERSIONE

Stato  Basale

STATO  BASALE

 

Sorveglianza sierologica di aree

 

Ugualmente, la sierologia è indicata per conoscere lo stato sanitario di un'area, la quale è stata colpita da una determinata malattia e sulla quale bisogna decidere la rimozione delle misure restrittive alla movimentazione di animali.  Per questo tipo di studi si realizzano le analisi sierologiche dei diversi allevamenti dell'area, in genere a partire dai 30 giorni successivi all'ultimo caso. Se la sierologia è negativa le restrizioni verranno tolte. 

 

Indici di protezione.

 

Come vedremo nel capitolo 7 il grado di protezione reale "in vivo" contro un determinato agente infettivo, è condizionato dalla capacità di risposta sia umorale sia cellulare di un determinato animale. E' per questo che la valutazione esclusivamente umorale non è un dato eccessivamente sicuro, soprattutto nei casi negativi.  In altre parole, quando esiste una risposta umorale bassa, non implica necessariamente che l'animale non sia protetto.   Tuttavia, la valutazione della risposta umorale ed in particolare la valutazione degli anticorpi neutralizzanti, sono indicative della capacità di protezione contro un determinato agente infettivo.  La sieroneutralizzazione è la tecnica migliore per valutare il livello di protezione di un animale. Tuttavia, la valutazione di anticorpi specifici, mediante altri metodi sierologici, può indicare il grado di protezione degli animali, ma la sua correlazione è inferiore a quella ottenuta dalla sieroneutralizzazione. 

 

Sieroneutralizzazione

 

Nella tecnica di sieroneutralizzazione, si valuta la capacità del siero campione (a diverse diluizioni) di neutralizzare il potere infettivo di un virus su una linea cellulare sensibile.  Se l'anticorpo campione neutralizza il virus, no ci sarà replicazione virale (assenza dell'effetto citopatico); se non lo neutralizza, ci sarà replicazione virale (effetto citopatico). Nei virus che non producono effetto citopatico, la possibile replicazione virale si osserva mediante tecniche di immunofluorescenza o perossidasi.

ALTRE APPLICAZIONI DELLA SIEROLOGIA.

 

La sierologia viene anche utilizzata per lo studio dei gruppi sanguigni mediante tecniche di emolisi. Nel suino sono stati descritti 15 sistemi di gruppi sanguigni, identificati con le lettere che vanno dalla A alla O. Il più comune è il gruppo A. La sostanza A e O sono antigeni solubili che si trovano nel siero dei suini e che si adsorbono sugli eritrociti di ogni animale dopo la nascita. Esistono anticorpi anti A; nei suini A negativi possono esserci anticorpi anti A e nel caso che ricevano una trasfusione da un A si produce un collasso transitorio con emoglobinuria. 


I gruppi sanguigni sono regolati dal controllo di due locus. Uno chiamato locus A, che contiene due alleli: A e O. L'altro, denominato locus S, da secretore, che possiede due alleli S ed uno recessivo denominato s. Il locus S, controlla l'espressione del sistema A, in modo che si esprimano soltanto A od O se l'animale presenta un gene recessivo s.

 

I genotipi identificati fino ad oggi sono:

 

AA AO OO SS Ss ss

 

Di questi genotipi è stato possibile identificare diverse combinazioni di animali: 

 

Eritrociti A positivi le combinazioni:

AASS, AASs, AOSS, AOSs

Eritrociti O positivi

OOSS, OOSs

Eritrociti A e O negativi:

Aass, OOSS, Ooss.

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