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CHI FA PARTE DEL SISTEMA IMMUNITARIO? |
Il sistema immunitario del suino è formato da un insieme di organi linfatici e da vari tipi di cellule che permettono di reagire contro gli agenti estranei, averne memoria per una seconda possibile infezione e conservare le proprie strutture. |
COMPONENTI DEL SISTEMA IMMUNITARIO. |
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ORGANI PRIMARI: (produzione e differenziazione di linfociti) |
MIDOLLO OSSEO: LINFOCITI B |
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TIMO: LINFOCITI T |
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ORGANI SECONDARI: (captazione ed elaborazione di antigeni) |
SISTEMICI: |
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MUCOSE: |
AGGRUPPATI:
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SOLATI:
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GLI
ORGANI LINFATICI PRIMARI sono costituiti
dal midollo
osseo e dal timo.
La loro funzione è di produrre e regolare la
produzione e differenziazione dei distinti linfociti. Nel
midollo osseo si promuove la maturazione dei linfociti
B e nel timo quella delle distinte popolazioni di linfociti
T. |
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Il
midollo osseo: Si considera il principale
organo linfopoietico primario del suino, allo stesso modo che
negli altri mammiferi. Si ritrova distribuito all'interno di tutte le
ossa dell'animale, soprattutto nelle ossa larghe . In quelle si
producono le cellule madri linfopoietiche che origineranno i futuri
macrofagi e linfociti
B e T. Questi ultimi (T), migrando dal midollo osseo embrionale alla
corteccia del timo.
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Dal punto di vista strutturale e funzionale, il midollo osseo del suino è formato da due grandi compartimenti fra loro in relazione:
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La parte ematopoietica,
localizzata nel parenchima del midollo osseo, è formata da alcune
colonie o nidi di cellule che alloggiano nella reti delle fibre reticolari.
Le cellule progenitrici sono denominate "Unità
formanti Colonie". Queste cellule sono quelle che daranno
origine alle diverse linee cellulari, costituendo il principale organo
ematopoietico. Non si sa bene tuttavia come comincino il cammino di
differenziazione cellulare per trasformarsi in un tipo o nell'altro
di cellula. |
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Nel suino, il timo presenta una struttura costituita da diversi lobuli, circondati da un fine mantello di tessuto connettivo che si continua in setti sottili che suddividono i lobuli in vari lobuli più piccoli, parzialmente separati. Istologicamente e funzionalmente si possono differenziare due zone: Una corteccia costituita in gran parte da un accumulo di linfociti in proliferazione di diversa grandezza (fra 9 e 5 micron) e da una scarsa quantità di cellule epiteliali, ed un midollo costituito da numerose cellule epiteliali, che formano strutture concentriche (denominate corpuscoli di Hassall), e linfociti T in numero minore che nella corteccia. |
Sezione istologica di timo de suino (25 X) nel quale si può osservare un lobulo con i diversi lobuli più piccoli separati da diversi setti setti (a), la zona corticale o corteccia (b) con gran presenza di linfociti, la zona midollare o midollo (c) costituita da cellule epiteliali e in numero minore da linfociti.
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Il
timo è il primo organo linfatico che si sviluppa a partire dalle cellule
madri che provengono dal midollo osseo. Una
volta nel timo, queste cellule si differenziano in Linfociti T,
permanendo nel timo o migrando in altri organi linfatici secondari,
formando le zone T-dipendenti. |
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Il processo di apprendimento dei linfociti per acquisire la tolleranza verso ciò che è proprio e la sua capacità di reagire contro ciò che è estraneo, si sviluppa in gran parte nel passaggio dalla zona corticale a quella midollare del timo. |
GLI ORGANI LINFATICI SECONDARI sono formati:
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Gangli linfatici. |
Milza. | |
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Tessuto linfatico associato alle mucose (tonsille e placche del Peyer) |
La funzione principale di questi organi è di portare a termine il riconoscimento degli antigeni e di dare inizio alla risposta immunitaria. |
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Schema del ganglio linfatico del suino nel quale si può osservare che la sua distribuzione cellulare e la circolazione linfatica è inversa rispetto agli altri mammiferi. La zona corticale con i suoi follicoli linfatici e il suo tessuto linfatico diffuso si trova nella zona centrale del ganglio, mentre la zona midollare si trova in periferia La
linfa penetra attraverso la superficie concava (vaso
linfatico afferente) e sale attraverso la
superficie convessa (vaso linfatico efferente). |
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Schema della milza. |
La milza nel suino presenta una
struttura formata da una sottile capsula di fibre
musculari lisce, delle quali partono verso l'interno delle trabecole
di fibra muscolare liscia e collagene, che servono da supporto per la
parte funzionale della milza, costituita da: polpa
splenica bianca e polpa splenica rossa. |
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In questo schema vengono rappresentati i differenti componenti strutturali della milza. La polpa bianca, formata dai follicoli linfatici e dalle guaine linfatiche periarteriali e la polpa rossa con i propri seni venosi, cordoni splenici e capillari inguainati. Tutto ciò protetto dalla capsula. |
La polpa splenica bianca è
il tessuto linfatico della milza, distribuito sempre intorno ad una
arteria o ad una arteriola, a formare i follicoli linfatici e le
guaine linfatiche periarteriali. I follicoli linfatici sono
costituiti da: linfociti (principalmente B), alcune cellule plasmatiche
e cellule presentatrici degli antigeni (macrofagi, cellule dendritiche).
Le guaine linfatiche periarteriali sono invece costituite da linfociti
T, e si possono trovare alcuni linfociti B nelle zone
periferiche. Una caratteristica significativa della milza del suino è
che all'interno delle popolazioni dei linfociti T, sono molto più
numerose le popolazioni CD4+ che le CD8+. |
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Sezione
istologica della milza di suino (100 X) nella quale si
possono osservare la capsula (a), la polpa
rossa (b), la polpa bianca (c)
e le trabecole (d). |
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Tessuto linfatico associato alle mucose. Si conosce come tessuto linfatico associato alle mucose il sistema immune localizzato lungo le mucose, che possiede una relativa indipendenza dal sistema immunitario sistemico. Lungo l'intestino del suino si denomina tessuto linfatico associato all'apparato digestivo ("Gut associated limphoid tissues", GALT). Il Tessuto linfatico associato alle mucose è formato da noduli di tessuto linfatico, che hanno il compito di proteggere le mucose del suino dai diversi attacchi degli agenti patogeni, a livello locale. Il sistema immunitario delle mucose gioca un ruolo molto importante dal momento che nel suino un gran numero di agenti patogeni utilizza le mucose come via di entrata. I suoi meccanismi di attuazione sono intorno all' 80%, mediati dalle immunoglobuline del tipo IgA, eccetto nelle tonsille dove l'immunoglobulina sintetizzata in maggior quantità è la IgG, seguita dall'IgA. Le strutture più organizzate del GALT nel suino sono formate da: |
Schema
delle tonsille del suino.
Si osserva, la distribuzione interna formata dalle cripte, con
l'aspetto diverso a seconda della sezione, e i follicoli linfatici,
con i loro centri germinativi e il tessuto interfolicolare o tessuto
diffuso. |
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Sezione istologica di tonsilla
di suino (25 X) nel quale si osservano: L' epitelio stratificato (a),
cripte (b), follicoli linfatici (c) (fondamentalmente formati da
linfociti B) circondati da tessuto linfatico diffuso (d) formato
principalmente da linfociti T. |
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Sono formate da un singolo nodulo o da un gruppo di noduli e dal tessuto linfatico diffuso. Si localizzano nella lamina propria, associate strettamente all'epitelio, che a seconda della sua collocazione è: stratificato piano (zona orofaringea) o pseudostratificato nella zona nasofaringea. La superficie delle tonsille può essere continua o con profonde invaginazioni, come nel caso della tonsilla paraepiglottica del suini, il che le permette di concentrare una gran quantità di cellule linfatiche nelle invaginazioni. La struttura linfatica delle tonsille è simile a quella dei gangli linfatici. Sono formate dai follicoli linfatici con i loro centri germinativi, che sono raggruppamenti circoscritti e compatti formati da una gran quantità di linfociti B, che si incontrano all'interno del tessuto linfatico diffuso principalmente costituito da linfociti T. Tutto ciò, strettamente associato all'epitelio. Nelle
tonsille si producono principalmente IgG, seguite da IgA |
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Placche del Peyer. Sono raggruppamenti di tessuto linfatico non capsulato, e localizzato nella sottomucosa dell' intestino. Nel suino si possono differenziare per dimensione e localizzazione due tipi:
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Sezione istologica della placca del Peyer (25 X). Si possono osservare i follicoli linfatici con i loro centri germinativi (a) la corona (b) la regione interfollicolare (c). |
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Placche del Peyer del digiuno: Sono placche di piccola dimensione (da 25 a 35) distribuite lungo il digiuno e alla porzione terminale dell' ileo e che perdurano per tutta la vita del suino. Sono formate da linfociti B e T. Le
Placche del Peyer ileocecali: Sono di grandi dimensioni,
sono localizzate nella porzione terminale dell'ileo e regrediscono durante
il primo anno di vita dell'animale. Anche la composizione cellulare
differisce da quella delle placche del digiuno. Infatti, nelle placche
ileocecali esiste una proporzione di linfociti B dieci volte superiore che
di linfociti T. |
E' allo stesso modo importante tenere presente che lungo il tratto digestivo del suino, soprattutto nello stomaco e nell'intestino grasso, tanto a livello della mucosa come della sottomucosa, si possono osservare follicoli linfatici isolati, ricoperti da un epitelio simile a quello delle Placche del Peyer e la cui funzione sembra essere simile. |
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